martedì 24 novembre 2015

Feste notturne al Petit Trianon

A partire dal 1775, Maria Antonietta dette molte feste nei giardini della sua dimora al Petit Trianon. Il luogo si prestava mirabilmente a queste attività effimere riservate ad uno stretto numero di privilegiati. Il pittore Claude-Louis Châtelet ci ha lasciato preziose testimonianze nei suoi dipinti.  Il 26 luglio 1781, il padiglione del Belvedere, edificato nel 1777 su una collinetta dominante un piccolo lago artificiale, fu illuminato di sera in onore del conte di Provenza. Il risultato fu così felice che la regina fece replicare l'attrazione agli inizi del mese di agosto dello stesso anno, in occasione della seconda visita di suo fratello, l'Imperatore Giuseppe II
Illuminazione notturna al Belvedere nel 1781, Claude-Louis Châtelet. Non è possibile stabilire a quale evento questo quadro si riferisca; se alla festa data in onore del conte di Provenza o se alla festa data in onore dell'Imperatore Giuseppe II. Il quadro, di proprietà del castello di Versailles, rimane comunque una preziosa testimonianza delle feste notturne volute dalla regina nel suo piccolo regno d'Arcadia.
Dalle memorie del conte Liedekerque-Beaufort, paggio del conte di Provenza, abbiamo un resoconto della festa organizzata al Petit Trianon per il fratello della regina:
"Eccoci al castello, c'era disordine e libertà. Sotto la nostra livrea dorata, entrammo senza difficoltà. Superata un'anticamera e procedendo sempre verso gli odori gastronomici della sala da pranzo, eccoci quanto mai sorpresi e imbarazzati, per paggi che fossimo, di trovarci nel salotto dove era preparato il caffè della regia brigata; ne volevamo uscire per una certa porta, quando i due battenti si spalancano, ed eccoci di fronte alla Regina e a Giuseppe II, che le dava la mano precedendo tutti gli altri nella sala del caffè. Capirete il nostro spavento; ma non fu lungo: la Regina se ne divertì, e ci disse con gaiezza e bontà: "E allora? Dove andate da questa parte, piccoli amici miei?". Il suo dolce sorriso ci rassicurò e noi le confessammo che, morenti di fame in giardino, la sua bella festa sarebbe stata piuttosto triste per noi se nessuno ci avesse dato il pezzo di pasticcio che andavamo a chiedere in cucina... ma che avevamo sbagliato uscio.
"Beh!", diss'ella al fratello; "sono carini in verità no?". Ci fece entrare con lei nel salotto del caffè, ci fece sedere e servire in un cantuccio dolci, brioches e così via; ed eccoci pertanto in procinto di prendere il caffè confusi con gli augusti personaggi, alle facezie dei quali, compreso Giuseppe II, rispondemmo molto allegramente, pur non perdendo neppure un boccone, ed esultanti nella certezza che avremmo poi seguito la reale compagnia nei giardini pieni di attrattive, giacché indubbiamente facevamo parte del seguito di Monsignore (il conte di Provenza). Seguivamo, inutile dirlo, a rispettosa distanza. A un tratto si apre un uscio di graticcio dal quale si entrava in un viale riservato, dove nondimeno c'era già un abbastanza gran numero di persone distinte, che erano entrate in precedenza grazie a uno speciale biglietto d'invito. L'andirivieni della gente che passeggiava era pertanto già notevole. Ciò era anche indispensabile, in quanto tutta quella gente doveva rappresentare la folla di una fiera, ché appunto per questo sorgevano a destra e a sinistra del viale bancarelle come in una vera fiera. Signore appartenenti alla Corte, travestite molto elegantemente da venditrici, invitavano a prendere certi numeri di lotteria alle loro bancarelle, offrendoli a credito. Nessuno si faceva pregare, ché tutti sapevano che la cosa voleva dire: il numero che uno aveva ricevuto, corrispondeva a questa o a quella delle graziose cosucce messe in mostra e destinate ad essere donate a quel modo, e ciascuno si impadroniva di ciò che gli toccava".
Una festa notturna presso le Hameau de la Reine, Claude-Louis Châtelet (1785)
Tra le feste più celebri tenutesi nei giardini del Petit Trianon, va ricordata quella data in onore di Gustavo III il 21 giugno 1784.
Re Gustavo era arrivato in incognito a Versailles il 7 giugno, sotto il falso nome di conte di Haga, accompagnato dal suo seguito e dal conte di Fersen. Il soggiorno del sovrano svedese durò sei settimane. "Navighiamo nelle feste e nei piaceri di ogni genere" scriveva Fersen al padre, "domani abbiamo una festa nel grande giardino della Regina al Trianon; sarà l'ultima, ma ci rimane ancora un gran numero di cene e di spettacoli a Parigi."
Che cosa fu quella festa al Trianon lo sappiamo da Gustavo III, che scrisse a suo fratello: "Al piccolo teatro di sua Maestà è stato rappresentato il "Dormiente risvegliato" di Jean-Francois Marmontel con le musiche di Grétry. C'era tutto il fasto del balletto dell' Opera e la bravura degli attori della Commedia Italiana. Pensa che il sipario era tempestato di diamanti. Si cenò nel padiglione dei giardini e dopo cena il giardino inglese fu illuminato. Era un vero incanto. La Regina aveva permesso di passeggiarvi alle persone per bene che non avevano partecipato al pranzo, avvertendo che si doveva essere vestiti di bianco, il che costituiva davvero uno spettacolo da Campi Elisi. [Le vesti bianche erano un chiaro riferimento alla Danza degli Spiriti dell'Orfeo di Gluck, molto amata dalle regina. Maria Antonietta adottò il bianco come colore ufficiale del Petit Trianon]. La Regina non volle mettersi a tavola, ma ne fece gli onori, come avrebbe potuto fare la più brava padrona di casa. Parlò a tutti gli svedesi, occupandosi di essi con una cura e un'attenzione estreme." Maria Antonietta, ci dice la baronessa d'Oberkirch nelle sue memorie, appariva in quel periodo "bella, miracolosamente bella".

Niklas Lafrensen le Jeune, detto Lavreince - Festa in onore di Gustavo III nei giardini del Petit Trianon -
lunedì 21 giugno 1784
Un particolare interessante che si può cogliere nella lettera di re Gustavo a suo fratello, è la menzione ad un sipario tempestato di diamanti. Si trattava ovviamente di una cosa posticcia, realizzata in occasione della visita di un sovrano a cui notoriamente piacevano gli eccessi. Era tipico dell'epoca allestire le sale e i padiglioni secondo lo stile e i gusti della personalità ospitata.
Quando nel 1789, i giardini di Versailles e del Trianon vennero aperti al pubblico, alcuni delegati insistettero per visitare il padiglione, ch'era dominio privato della regina; cercarono in ogni angolo, nella speranza di trovare i pavimenti intarsiati d'oro e le colonne tempestate di diamanti. Secondo una diceria, al Petit Trianon Maria Antonietta possedeva una parete tempestata di diamanti.
Il re allora ricordò che ai tempi di suo nonno c'era stata a Fontainebleau una rappresentazione teatrale in cui la scenografia di ambientazione orientale comprendeva colonne tempestate di diamanti.
Questo era il modo in cui le calunnie si facevano strada.

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