giovedì 26 maggio 2016

Madame Auguié


Mme Auguié in un ritratto di Anne Vallayer Coster
Adelaide Henriette Genet, detta Madame Auguié, era la femme de chambre di Maria Antonietta e la sorella minore di Madame Campan.

Mme Le Brun, nelle sue memorie, così la descrive: "Ho conosciuto poche donne belle e piacevoli come Madame Auguié. Alta, con una figura attraente; il viso, con la sua carnagione di crema e pesche, era fresco, i suoi begli occhi brillavano con dolcezza e gentilezza".

La regina era molto affezionata ad Henriette e la soprannominava 'la mia leonessa' per via della sua eccezionale statura e del suo fiero portamento.

Henriette fu una delle dame che la notte del 5 ottobre 1789 avvisò Maria Antonietta del pericolo e della folla entrata nel castello. La regina, in segno di gratitudine le regalò uno degli splendidi necessaire da viaggio che aveva fatto realizzare per la fuga di Varennes. Madame Auguié rimase al servizio dei reali fino al giorno dell'assalto alle Tuileries. L'ultimo servizio reso a Maria Antonietta fu quello di imprestarle del denaro. Con il sistema nervoso a pezzi e con la paura di essere arrestata, Adelaide si suicidò il 26 luglio 1794, due giorni prima della fine del Terrore.

Henriette lasciò tre figlie poco più che bambine: Antoinette-Louise, Aglaé- Louise e Adelaide-Henriette, detta Adèle.

Aglaé in un ritratto eseguito dalla sorella Adèle
Adèle in un autoritratto
Antoinette si ricongiunse al padre che era emigrato in Inghilterra, mentre Aglaé e Adèle furono affidate alla zia, grazie alla quale, divenuta precettrice dei nipoti di Bonaparte, riuscirono ad inserirsi nella corte napoleonica.
Le giovani figlie di Madame Auguié, furono, assieme ad Ortensia, la figliastra di Napoleone, tra le prime allieve della scuola gestita da Madame Campan dove prendevano lezioni di disegno dal famoso pittore Isabey, professore dell'istituto. L'amicizia di Aglaé e Ortensia durerà fino alla morte di quest'ultima, avvenuta nel 1837.

Ritratto di Aglaé e Ortensia eseguito nel 1802 da Adèle. Museo della Malmaison
Adèle che era un'abile pittrice, sposò il barone de Broc, generale napoleonico, e divenne dama di palazzo di Ortensia. Morì in un incidente, scivolando e annegando in un fiume alla presenza dell'amica, che rimase sconvolta. Ma ancor di più rimase sconvolta Aglaé che vedeva morire sua sorella dopo sua madre.
Aglaè aveva sposato nel 1802 il Maresciallo Michel Ney, grazie all'intercessione di Giuseppina, creato da Napoleone Maresciallo di Francia, duca d'Elchingeen e principe della Moskowa.
Alla caduta di Napoleone, il Maresciallo Ney fu arrestato, processato e fucilato a Parigi, presso i Giardini del Lussemburgo. Fu il terzo grande dolore di Aglaé, che rimase vedova a 33 anni e sopravvisse alla perdita per quasi 40 anni.

mercoledì 25 maggio 2016

Schönbrunn, il castello incantato degli Asburgo.

Per capire appieno la psicologia di Maria Antonietta, è necessario recarsi a Schönbrunn, il palazzo color oro dove gli Asburgo trascorrevano i mesi estivi e dove la futura regina di Francia trascorse tante ore liete della sua infanzia. Se si osserva bene Schönbrunn e lo si raffronta al Petit Trianon, vi si scorgeranno tante similitudini. La regina volle ricreare, inconsciamente o non, l'atmosfera raccolta e domestica che aveva respirato a Schönbrunn. Non per nulla il Petit Trianon, fu soprannominato dalle malelingue, Petit Vienne o Petit Schönbrunn.


Più piccolo rispetto a Versailles, meno opulento forse, ma più intimo, Schönbrunn ci trasmette ancora oggi, a distanza di quasi tre secoli, il temperamento di Maria Teresa che teneva in questo palazzo la sua corte nelle vesti di sovrana di un grande regno e nelle vesti di madre di una numerosa prole. 

venerdì 13 maggio 2016

Abiti del '700 al Rijksmuseum di Amsterdam

In diretta per voi dal Rijksmuseum di Amsterdam alcune foto dei magnifici costumi originali del Settecento esposti alla mostra "CATWALK", dedicata alle più spettacolari creazioni di moda olandesi dal 1625 al 1960.

Foto di Valentina D'Agostino:











martedì 10 maggio 2016

La collezione Michéle Lorin

Oggi voglio parlarvi di una donna che ha fatto di Maria Antonietta la sua ragione di vita. Il suo nome è Michèle Lorin ed è membro dell'Association Marie Antoinette, un'associazione che ha come scopo quello di organizzare e proporre in Francia e in tutto il mondo, eventi culturali, mostre, ricerche, saggi e programmi televisivi e radiofonici, aventi come fine ultimo quello di promuovere e riabilitare la figura di Maria Antonietta, così a lungo calunniata e maltrattata, soprattutto dalla storia ufficiale.

Michèle Lorin colleziona oggetti, tra quadri e cimeli, appartenuti alla regina, da quando aveva 12 anni. Una passione iniziata nel 1956, quando vide per la prima volta il film "Marie Antoinette, reine de France" con Michèle Morgan nella parte della regina. Iniziò allora a frequentare mercatini dell'antiquariato e ad acquistare libri antichi. Oggi la sua collezione conta più di 10.000 oggetti. La sua casa è un vero e proprio museo che lei apre volentieri ai fan della regina.




lunedì 9 maggio 2016

Nina's


Se vi dovesse capitare di andare a Parigi, passate al 29 di Rue Danielle Casanova, nei pressi di Place Vendôme... vi aspetta la celebre sala da tè Nina's, dove troverete tante piccole testimonianze legate alla nostra regina. 

La storia di Nina's inizia nel 1672 quando Pierre Diaz creò “La Distillerie Frères”. Fu la prima azienda in Francia ad occuparsi della distillazione di oli essenziali, in particolar modo di lavanda e di rosa.

Soprannominato "il mago degli aromi", Pierre Diaz divenne in capo a pochi anni il fornitore di fragranze di Luigi XIV e di tutta la corte. L'azienda di famiglia passò di padre in figlio e le fragranze prodotte furono presto utilizzate per aromatizzare il tè. 

Il nome Nina's fu assunto all'epoca di Luigi XVI, quando Nina Diaz creò per Maria Antonietta, in occasione della nascita di Madame Royale nel 1778, una torta chiamata Ninasette, un semplice Pan di Spagna con farcitura di fragole e lamponi. La ricetta, segretissima, fu tramandata nel tempo tra le donne della famiglia Diaz. Ancora oggi questa torta si può degustare nella sala da tè. 

sabato 7 maggio 2016

Robe à l'espagnole

Ritratto di Maria Serra Pallavicino
Rubens - 1606
Verso gli anni '60 del Settecento, e in particolare sotto il regno di Luigi XVI, tornò di moda un capo d'abbigliamento che aveva avuto la sua massima espressione nel Cinquecento e per buona parte del Seicento: il collare.

Il collare chiamato anche gorgiera, vide la luce, nella sua forma più tipica, nel periodo della rinascenza; esso derivava dal colletto, complicandone e arricchendone in maniera vistosa la foggia originaria. Nel Cinquecento i collari (di trina, di tela, di lino, di seta, ecc.) assunsero gli aspetti più svariati: caratteristico fu il collare alla Maria Stuarda, ideato probabilmente da questa regina, sorretto da fili di metallo cuciti nell'interno, che assumevano la caratteristica forma di un calice di fiore. Altre regine come Caterina de' Medici, crearono o portarono collari che ebbero grande influenza sulla moda del tempo. Tipico fu il collare denominato "fraise", fragola, perché ricordava la coroncina di foglioline che circonda la base del frutto e che fu molto in voga alla corte dei Valois e adottato soprattutto da Margherita di Navarra (la regina Margot).

A poco a poco la "fraise" assunse gli aspetti più svariati declinandosi in particolare nella "grande fraise", un tipo di collare che si apriva sul petto e che andava a circondare le spalle a mo di ventaglio, particolarmente utilizzato da Maria de' Medici. Con il tempo la grande fraise subì una variazione definitiva "afflosciandosi" sulle spalle e andando ad assumere l'aspetto di un grande bavero merlettato.

Maria de' Medici con una tipica grande fraise 
Anna d'Austria con una fraise in un ritratto di Rubens
E' curioso osservare che a Versailles esisteva ancora, nonostante il collare fosse passato di moda, la carica di "collerette" che si potrebbe tradurre come "collettaia". La "collettaia" era una dama incaricata di allacciare il collare alle principesse reali. Si trattava di una vera e propria carica non solo onorifica ma anche remunerativa e che andava ad aggiungersi alle altre innumerevoli spese inutili della corte. 
Il marchese di Bombelles scrisse nel suo diario a tal proposito:

lunedì 2 maggio 2016

Il maestro delle Arciduchesse

Testa d'angelo attribuita a Maria Antonietta -
Akademie der Bildenden Kunste, Kupferstichkabinett, Vienna.
Nell'inventario del Kupferstichkabinett, l'attribuzione di questa testa d'angelo a Maria Antonietta è seguita da un punto interrogativo. Se questo disegno fu effettivamente realizzato da lei, esso non poté essere eseguito che tra il 1769 e il 1770, prima che l'arciduchessa, non ancora quindicenne, partisse per la Francia.

Sappiamo da diverse fonti che la regina non aveva particolari doti pittoriche. Madame Campan nelle sue memorie scrive: 

"Si parlò un giorno alla regina di un disegno fatto da lei e regalato dall'imperatrice al signor Gérard, primo commissario degli Affari Esteri, quando era venuto a Vienna per redigere gli articoli del suo contratto di matrimonio. "Arrossirei", rispose la regina "se mi si presentasse questa prova della ciarlataneria della mia educazione; credo di non aver mai passato una sola volta il lapis su quel disegno".

Madame Campan non descrive il disegno da lei citato ma la risposta della regina ci fornisce comunque un'idea sulle sue doti pittoriche che non dovevano essere eccelse.

Il marchese di Paroy  racconta nelle sue Memorie che aveva aggiunto dei personaggi ad un paesaggio disegnato dalla regina, mantenendo un silenzio eloquente sul valore dell'opera che aveva ritoccato.